Da La Voce Repubblicana del 5 agosto 2011

Parla Marchionne, trema la Borsa

“L'amministratore delegato di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne, nella sua intervista all'Ansa, non ha fatto alcun riferimento a Berlusconi o ad altri rappresentanti del governo italiano, come si legge correttamente nel testo dell'intervista stessa”. E’ quanto ha precisato mercoledì sera il portavoce di Marchionne, Gualberto Ranieri, secondo cui, pertanto, “tutte le interpretazioni in tal senso sono destituite di ogni fondamento”. Questo veniva detto in riferimento al dovere di dare le dimissioni, quando ci si comporta scorrettamente, cosa che avviene in tutti gli altri paesi, al contrario del nostro dove non si dimette mai nessuno. Frase di Marchionne che pure era parsa a tutti sorprendente ma anche inequivocabile. Non è stata però smentita un’altra preposizione di Marchionne per la quale l’Ad di Fiat ha detto: “Sto con Giorgio Napolitano: è arrivato il momento della coesione. Non ci possiamo più permettere questa confusione. E’ necessario avere una leadership più forte che ridia credibilità al Paese”. Quindi, visto che il presidente della Repubblica non è certo il capo del governo, era dunque evidente chi fosse finito nel mirino non proprio diplomatico di Sergio Marchionne. Ovviamente Marchionne avrà tutte le ragioni che vuole e anche se non le avesse è libero di pensare quello che più gli pare. Ci siamo solo chiesti se fosse opportuno prodursi in una tale sortita in un giorno in cui il presidente del Consiglio era in Aula alla Camera sulla crisi finanziaria e principalmente per rispondere alla speculazione che impazza nelle borse di tutto il mondo. Una volta succedeva che, per una parola di troppo di un ministro, la lira cedesse e le borse andassero a picco. Sarebbe ora interessante anche capire quanto valgano le parole di Marchionne per le oscillazioni di Piazza Affari.